Il Club dei Sopravvissuti by Ben Sherwood

Il Club dei Sopravvissuti by Ben Sherwood

autore:Ben Sherwood [Sherwood, Ben]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-09-02T22:00:00+00:00


Oggi Rachel Yehuda lavora nell'edificio 107 del grigio, colossale Veterans Affairs (VA) Medical Center a New York, nel Bronx. È arrivata qui nel 1991 per aprire una clinica per il trattamento della PTSD che oggi aiuta circa seicento reduci che soffrono di traumi cronici dovuti alla guerra. Sotto le luci fluorescenti di uno scialbo edificio governativo, la donna appare curiosamente elegante e alla moda, con i suoi occhiali sagomati, l'ampio scialle nero e le scarpe da ginnastica argentate. Mi accompagna in un rapido giro negli ambienti dove i reduci si incontrano, prendono un caffè, sollevano pesi e si scambiano le loro storie.

Attualmente la dottoressa ha 49 anni ed è una delle massime autorità sulla PTSD; è appena tornata da un convegno a Santiago del Cile. Emana calore, affetto e curiosità e ha dedicato tutta la sua carriera alla cura delle ferite psicologiche inferte dalla guerra. È anche esuberante, appassionata ed estremamente diretta, una giocatrice di poker a cui piace rischiare e smascherare i falsi ragionamenti. Soprattutto, desidera demolire la convinzione che la resilienza sia una condizione costante e immutabile. Pensa invece che l'esperienza dei sopravvissuti all'Olocausto dimostri come una persona possa essere molto diversa in momenti differenti. Potrebbe sembrare ovvio, ma la psicologa spiega che molti esperti - e i media - pensano che le persone siano tenaci oppure vulnerabili, forti oppure deboli, sane oppure malate. In realtà, i singoli combinano in sé tutte queste caratteristiche. I sopravvissuti dell'Olocausto sono persone eccezionali, e spesso di successo, ma soffrono anche loro.

Rachel Yehuda mi racconta un'altra storia che secondo lei illustra bene le sue opinioni su questo punto. Sedici anni fa conobbe una sopravvissuta davvero notevole: per proteggerne l'identità, la chiameremo Magda e cambieremo alcuni dettagli della sua vita. Durante la guerra Magda e suo padre si nascosero in una foresta in Polonia: il padre le disse che era fondamentale restare in guardia e svegli, specialmente durante la notte. Un mattino, con suo sommo orrore, Magda si rese conto di essersi addormentata e, cosa ancora più terribile, che il padre era scomparso. Non molto tempo dopo, fu fatta prigioniera dai nazisti e spedita ad Auschwitz.

La giovane sopravvisse alla prigionia e dopo la guerra sposò un altro sopravvissuto con cui emigrò in un quartiere benestante di Westchester, nello Stato di New York. La coppia lavorò molto e duramente, e fece fortuna. Ebbero due figli che diventarono professionisti di successo. Nel corso degli anni, Magda manifestò alcuni sintomi di PTSD ed ebbe alcuni episodi di depressione, ma nel complesso resse sorprendentemente bene. Nelle conversazioni con la dottoressa Yehuda, Magda parlava molto di quello che le aveva permesso di sopravvivere e poi di andare avanti, tra cui il piacere che ricavava dai successi del marito e dei figli. Pensava che i sopravvissuti avessero il dovere di vivere la loro vita al massimo e di ottenere il più possibile da ogni istante: per lei, il successo e la felicità erano fondamentali vittorie postume su Hitler. Quando parlava delle sue esperienze dell'Olocausto singhiozzava, ma ogni volta si risollevava.



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